Sardegna on the road: itinerario di due settimane

by Aledandelion

Sono appena tornata dalla Sardegna e ho gli occhi ancora pieni delle meraviglie che questo viaggio on the road su e giù per l’isola di due settimane mi ha regalato.

Inizio forse dicendo un’ovvietà: la Sardegna è grande e c’è tantissimo da vedere.

Due settimane on the road in Sardegna sembrano tante ma in realtà bisogna fare delle scelte, saltando delle zone e rinunciando a vedere molti luoghi interessanti che questa terra offre e che diventano spunti per organizzare viaggi futuri!

Per il mio viaggio on the road in Sardegna ho scelto di esplorare le zone centro-occidentali e centro-orientali della regione, dedicando più giorni alla penisola del Sinis (Oristano) e alla costa di Baunei (Ogliastra), con una micro tappa iniziale a Stinino per visitare l’Asinara e una finale in Gallura per un po’ di relax dopo il “mare difficile” (ma stupendo) della costa di Baunei.

Ecco quindi le tappe del mio itinerario on the road in Sardegna di due settimane:

PRIMA TAPPA

Stintino – 2 notti

SECONDA TAPPA

Nurachi (punto di partenza per visitare il Sinis) – 4 notti

TERZA TAPPA

Baunei – 5 notti

QUARTA TAPPA

Luogosanto (punto di partenza per visitare le spiagge della Gallura) – 3 notti

 

Ho raggiunto la Sardegna via nave con il viaggio notturno, potendo quindi sfruttare sia il primo giorno di viaggio che l’ultimo. All’andata sono arrivata a Porto Torres e alle 11 ero già in spiaggia, dopo aver fatto una bella colazione e anche il check in all’appartamento, mentre al ritorno sono ripartita da Olbia, rimanendo in spiaggia fino alle 18 e godendomi un’ultima cena tipica.

Col senno di poi confesso che avrei fatto solo due tappe per dedicare il giusto tempo a ciascuna zona. Ad esempio, prima di partire avevo in programma di visitare la Maddalena durante il soggiorno in Gallura ma sono arrivata a fine viaggio così stanca da voler solo rilassarmi in spiaggia (anche se alla fine, gira che ti rigira, ho trovato le “spiagge difficili” pure in Gallura!).

Dedicherò prossimamente un articolo a ogni zona visitata, perché in questo post voglio raccontare suggestioni e emozioni di questo on the road.

Un viaggio on the road in Sardegna non annoia mai

Nella mia mente la Sardegna era protagonista solo di qualche vago ricordo sbiadito della bambina di cinque anni che vi trascorse quaranta giorni col camper, i genitori e il cane nel 1992. Purtroppo ricordo poco di quell’esperienza: spiagge grandissime e deserte, acqua così trasparente che si vedevano i pesci girare intorno ai polpacci, la paura di essere rimasti insabbiati col camper in una spiaggia e la gentilezza di un contadino che ci tirò fuori trainandoci col trattore.

Nella mia mente di ragazza trentenne che ha conosciuto la Sardegna mediata dalle foto Facebook e dalle storie di Instagram di amici e conoscenti l’isola sembrava solo una meta di turismo balneare, con spiagge bellissime e niente di più.

E invece… faccio mie le parole di Marcello Serra che definì la Sardegna un “quasi continente” che offre una varietà di luoghi collinari, montani, fluviali e marini non sempre conosciuti ma sempre affascinati, una terra ricca di sorprese.

La Sardegna in dieci emozioni

 

1. Fare il pieno dei profumi della macchia mediterranea

 

La macchia mediterranea dovrebbe essere dichiarata patrimonio dell’Unesco e camminando in Sardegna non si può non rimanere colpiti dai suoi profumi: mi ricordo soprattutto del cisto che, ormai sfiorito e secco in luglio, emana un fortissimo profumo di incenso. Ma anche finocchietto, ginepro, mirto, menta…

2. Seguire il cuore ( …o i cartelli turistici)

 

Il mio consiglio per un on the road in Sardegna è di pensare alle macro tappe e alle zone da visitare, prenotare gli alloggi (in estate ovviamente vanno a ruba, soprattutto vicino alle coste) ma di farsi suggestionare e catturare da quello che vedete sulla strada. Ad esempio, un pomeriggio dopo aver visitato Santu Lussurgiu, avevo deciso di andare a Bosa per cenare ma sulla strada la mia attenzione è stata catturata da un cartello che diceva “Visitate Tamuli” con la foto di tre pietre preistoriche. Incuriosita, ho seguito le indicazioni e mi sono inoltrata in una strada deserta in mezzo alla bellissima campagna del Montiferru e ho visitato un sito archeologico pazzesco.

Un altro giorno, invece, avevo deciso di visitare la basilica romanica di Saccargia e poi recarmi ad Alghero ma la cameriera del bar dove stavo pranzando con un’insalata mi ha consigliato di visitare altre tre perle del romanico che si trovavano lì vicino… e come si fa a dire di no?

3. Sentirsi piccoli di fronte alla maestosità delle natura

 

Olivastri e olivi millenari, sugherete sconfinate, giganti di granito in Gallura, grotte, tombe dei giganti o il pazzesco canyon del Gorropu: la natura in Sardegna si sente più libera di riprendersi gli spazi che in altri luoghi le sono stati negati, travolgendo il visitatore cittadino con la sua maestosità.

4. Emozionarsi davanti a tramonti spettacolari

 

Il tramonto è un’emozione ovunque, persino nella desolante pianura della Brianza. In Sardegna c’è però un luogo magico, una piccola spiaggia da cui si può ammirare il sole calare all’interno di un enorme arco di pietra calcarea: S’Archittu. Contemplare il calar del sole insieme a uno sparuto gruppo di persone, in silenzio, sulla piccola spiaggia davanti all’arco e poi passeggiarci sopra, osservando le onde rifrangersi contro il calcare al calar del sole, è davvero un’esperienza magica.

5. Assaporare cibi e bevande tipiche

 

Io amo mangiare, e soprattutto adoro il formaggio: non scherzo quando dico che ho mangiato un formaggio diverso ogni giorno, dal Casizolu fatto con il latte delle mucche razza sardo modicana allevate in libertà nella zona del Montiferru ai pecorini ai formaggi di capra (i miei preferiti). Sono tornata a casa con la macchina piena di pezzi di formaggio sottovuoto! La Sardegna è sicuramente una meta golosa per i buongustai come me: a parte i formaggi, sono da assaggiare i primi piatti come i colurgiones, la fregola o i malloreddus ma anche la zuppa gallurese (di cui consiglio di prendere mezza porzione), una sorta di “lasagna” fatta col pane e il formaggio, a volte servita con un sugo di carne a parte. E poi la carne e qualcosina di pesce, oltre alla frutta e alla verdura più buona che abbiate mai mangiato. E le seadas!!!

6. Fare un tuffo nelle storie millenarie di popolazioni misteriose

Percorrendo l’isola in automobile vedrete tantissimi nuraghi. Le antichissime costruzioni di pietra a forma di torretta bassa e larga costellano infatti l’intero territorio sardo: ho letto che sull’isola ce ne sono più di 7mila! Alcuni sono visitabili, mentre altri sono di proprietà privata e ancora utilizzati come riparo per gli animali o rimesse. Ma non ci sono solo i nuraghi: esistono resti di interi villaggi, necropoli, tombe dei giganti e siti misteriosi con il Pozzo di Santa Cristina, un santuario nuragico strettamente connesso con i cicli lunari e solari ricchi di magia e spiritualità che ancora oggi affascinano e incuriosiscono i visitatori.

Ma non solo: la Sardegna è ricca anche di siti romani come Tharros.

7. Essere accolti a braccia aperte

Nel mio on the road di due settimane non ho incontrato una singola persona maleducata: dagli host di Airbnb, ai ristoratori, alle guide turistiche, tutti i sardi che ho incontrato amano la loro terra e ne parlano con entusiasmo ai visitatori, accogliendoli a braccia aperte.

8. Imparare a tenere vive tradizioni secolari

 

Il Museo delle Maschere Mediterranee a Mamoiada ci mostra come l’uomo abbia da sempre cercato risposte al mistero della vita e della morte e le abbia esorcizzate con cerimonie pagane che poi sono state reinterpretate in chiave cristiana (come il Carnevale) e che a volte queste risposte sono molto simili anche in popolazioni molto lontane fra loro.

Un’altra tradizione sarda molto bella è quella dei murales, spesso di protesta e con tematiche sociali come a Orgosolo.

9. Ammirare un verde, un azzurro e un turchese mai visti

 

Quelli del mare, ovviamente: in Sardegna è impossibile trovare una spiaggia e un mare brutti. Io ho avuto la fortuna di visitare luoghi con un mare pazzesco: le Maldive, i Caraibi (Guadalupa e Martinica), le isole tropicali di della Thailandia e della Malesia… e il mare della Sardegna non ha nulla da invidiare a queste località così lontane e agogniate. Ovviamente la temperatura dell’acqua non è quella delle Maldive, non ci sono le palme tropicali né la barriera corallina, ma i fondali della Sardegna non sono mai noiosi e regalano un bellissimo snorkeling.

10. Ascoltare il silenzio

Un’immagine dello Stazzo Chivoni

Anche una zona turistica come la Gallura riesce a offrire oasi di pace e tranquillità: sono gli stazzi, antiche abitazioni dei contadini oggi riconvertite in strutture ricettive. Gli stazzi sono quasi sempre in località lontane delle strade, in mezzo alle campagne: la tranquillità è assicurata e il canto delle cicale sarà l’unico rumore che sentirete! Io per la tappa della Gallura ho scelto di soggiornare al B&B Stazzo Chivoni e sono stata contentissima della mia scelta.

Spero che queste mie parole siano riuscite a trasmettervi un po’ delle emozioni e della magia che ho trovato in Sardegna. Voi ci siete mai stati?

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