Ipoh, Malesia: cosa vedere e fare

by Aledandelion

Prima del mio viaggio in Malesia non avevo mai sentito nominare questa città, nonostante si tratti della capitale dello stato del Perak, con ben 637K abitanti.

Ipoh
Ipoh

Ipoh si trova a 200 km da Kuala Lumpur ed è facilmente raggiungibile via treno o bus. Vi consiglio di prenotare il treno con anticipo perché io non ho trovato i biglietti recandomi direttamente alla stazione di KL, ripiegando quindi sul bus.

Ho scelto di inserire Ipoh nel mio tour della Malesia in quanto si trova abbastanza vicino alle Cameron Highlands, uno dei luoghi più belli della Malesia. La mia idea infatti era di partecipare a un tour in giornata delle Highlands partendo proprio da Ipoh. Sfortunatamente su Internet non avevo trovato nessun tour simile (partivano solo da Kuala Lumpur, che è molto più lontana!) ma è bastato contattare l’albergo presso cui alloggiavo per organizzare un tour privato con un ottimo prezzo. L’albergo era molto bello e curato in ogni dettaglio, anche se in una posizione un po’ periferica e non troppo silenziosa della città; confesso che ho scelto l’M Boutique Hotel per il suo stile eclettico e originale.

Ho scoperto però che anche Ipoh ha un suo fascino. La prima sera, in realtà, non mi aveva fatto una bella impressione: edifici fatiscenti, ristoranti che non avevano mai visto un turista (una vera esperienza local, certo, ma vorrei evitare di avere un’intossicazione alimentare), strade buie.

Ma con la luce del giorno è cambiato tutto.

La street art di Ipoh

Devo confessare che ho apprezzato di più la street art di Ipoh rispetto a quella più blasonata di Georgetown. Anche a Ipoh la street art è materica, con oggetti inglobati nei dipinti, proprio come le famose opere di Ernest Zacharevic (e infatti anche alcune delle opere di Ipoh portano la sua firma). La street art di Georgetown è però diventata solo lo sfondo di innumerevoli fotografie da poi pubblicare su Instagram, e tantissime opere sono rovinate e quasi irriconoscibili.

Da questo punto di vista, invece, quella di Ipoh è un gioiellino. La città era deserta e le opere tenute benissimo. Ma quanto è bella Market Lane, con le lanterne rosse che si illuminano di sera?

Ho scoperto anche l’animo hipster di Ipoh al Kong Heng Artisan Square Market, dove ho comprato dei souvenir artigianali davvero belli, come dei portachiavi coloratissimi a forma di elefante.

Inoltre ho scoperto un bellissimo parco, pieno di verde e ben tenuto.

Da percorrere assolutamente Concubine Lane, Wife Lane e Market Lane, delle vie caratteristiche fiancheggiate da tipiche botteghe cinesi.

Cosa mangiare a Ipoh

Prima di partire avevo letto un articolo nientedimeno che del New York Times sulla scena enogastronomica di Ipoh, che è la patria del pollo con i germogli di fagiolo mungo.

La prima sera ho cenato in un ristorante nella città vecchia, così local che le cameriere non parlavano una parola di inglese e non avevano bibite o bevande in bottiglia (infatti non ho bevuto niente, a cena! Ricordo che la regola numero uno è di non bere acqua del rubinetto). Il cibo era tipico malese: nasi lemak (il piatto nazionale malese con riso, uovo sodo, cetrioli, arachidi e pollo) e quello che poi è diventato il comfort food del viaggio, il roti canai, un delizioso pane piatto di origine indiana farcito in diversi modi, a volte anche dolce. Spesa irrisoria (4 euro in 2, con anche il dolce, una specie di toast al cioccolato). La seconda sera abbiamo seguito il consiglio del driver delle Cameron Highlands di un ristorante indiano che poi ho scoperto avere una sede anche a Kuala Lumpur: il Tandoor Grill. Un ristorante un po’ più blasonato della sera precedente, ma sempre abbastanza “local”: basti pensare che lo stesso ristorante a Kuala Lumpur aveva le spiegazioni dei piatti in inglese, mentre a Ipoh mi ha aiutato solo Google.

Per l’ultimo pranzo invece ho mangiato il famoso pollo da Hainan Chicken Rice, 3 euro in due.

Ipoh inoltre è famosa per il White coffee, che ho assaggiato ma non mi ha entusiasmato. Forse invece che da Old Town White Coffee, un famoso franchising, avrei dovuto berlo in un locale meno blasonato.

In 2 giorni a Ipoh ho assaggiato le 3 diverse cucine e le 3 diverse anime della Malesia: malese, indiana e cinese. Questa è il vero fascino di questo paese del sud est asiatico: non tanto la sua storia (che è giovanissima) ma la fusione e la coesistenza di 3 diverse, anzi diversissime, popolazioni.

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