Il 2020 è stato il primo anno in cui non ho preso un aereo, né sono uscita dai confini nazionali. In realtà avevo programmato un viaggio in USA a fine marzo ma è saltato, purtroppo. Ho scoperto dei posti meravigliosi vicino a casa e ho vissuto una bella avventura in una delle regioni più selvagge d’Italia ma quanto mi manca viaggiare e scoprire nuove culture! L’Italia è meravigliosa ma il mondo è così grande e io lo vorrei vedere tutto!
Quello che in questo periodo di pandemia ci rimane sono i ricordi e le foto. L’altro giorno, mentre facevo ordine sul PC, mi sono capitate sotto mano le foto del Marocco, in cui sono stata nel dicembre 2016. Il Marocco non è una meta poi così lontana dall’Italia: ci volano addirittura le compagnie low cost! Ma è davvero un altro mondo.
IMPRESSIONI DI MAROCCO
- CAOS
Innanzitutto, quello che colpisce è il caos delle città, soprattutto dei souk: uomini, donne, asini, carretti, motorini, urla, odori, colori, polvere, venditori che cercano di attirare la tua attenzione mentre tu stai attento a non urtare niente e nessuno!
Spezie Un povero asinello
Al Museo della Fotografia le foto del souk di fine Ottocento erano uguali alle foto che avevo fatto poco prima con il mio smartphone: bancarelle che vendono merce di ogni tipo, asini, carretti, gente dappertutto… L’unico segnale di modernità, se così possiamo chiamarlo, sono i motorini che sfrecciano di fianco a carretti e asini. Il consiglio che mi sento di dare è di stare attenti a non essere travolti!
Asinello Panorama dalla Maison de la Photographie
Consiglio il Museo della Fotografia non solo per le foto esposte ma anche per il bar sul terrazzo, che offre una bella vista della città, essendo uno dei palazzi più alti (a Marrakech infatti le abitazioni sono tutte basse). Sorseggiare una spremuta ammirando il panorama è davvero rilassante!
Quando si parla di caos non si può non citare la piazza Jamaa El Fna, uno dei luoghi più affollati al mondo. Il centro della piazza è occupato da bancarelle di cibo, con i “buttadentro” che urlano: “tutto buono, no diarrea” rigorosamente in italiano. Io, per sicurezza, non ho mangiato nulla da quelle bancarelle: quando viaggio cerco di stare molto attenta sulle cose che posso controllare, come il cibo, per evitare di rovinarmi la vacanza (e ne conosco di gente che è stata male in Marocco). Nella piazza si possono osservare tantissime altre attrazioni locali: l’uomo che vende l’acqua, gli incantatori di serpenti, distributori ambulanti, ecc
Vita nella piazza La piazza
- RIAD
In questo caos, i Riad sono un’oasi di pace. Nel mio viaggio ho trascorso le prime due e le ultime due notti a Marrakech, scegliendo due Riad diversi. Ho provato l’hammam in entrambi i Riad e devo dire che dopo una giornata nel caos della città in giro la cerimonia ti rimette proprio al mondo. Il lavaggio con il sapone nero (che è prodotto dalle olive), la spazzolatura e il massaggio sono davvero un’oasi di benessere! Io sono stata al Riad Vanilla Sma, davvero fantastico, che all’epoca aveva aperto da poco e al Riad El Walaa, molto bello, ma un po’ meno del Vanilla.
- CIBO
Una delle cose che più amo quando viaggio è provare i cibi tipici del luogo dove sono e devo dire che il Marocco è uno dei posti in cui ho mangiato meglio, anche se forse la cucina, almeno quella per i turisti, è un po’ ripetitiva: cous cous in mille modi, tajine di manzo e pollo, carne di diverso tipo, zuppe e poco altro. Attenzione, quando parlo di “cucina per turisti” non lo dico in modo denigratorio; pensiamo anche all’Italia: i piatti che mangiamo nei ristoranti non sono quelli che prepariamo quotidianamente a casa. E non è un male: in Albania ho avuto un’esperienza abbastanza straniante in un’osteria per camionisti dove servivano i piatti casalinghi, come il brodo di cotenne di maiale… ma questo lo racconterò un’altra volta. In ogni caso, quello che ho amato della cucina marocchina sono stati i profumi e le spezie che non mancavano mai nei piatti!
Ogni volta che si parte per un viaggio è sempre meglio assumere dei fermenti lattici almeno una settimana o dieci giorni prima della partenza: questo aiuterà stomaco e intestino ad accettare i nuovi cibi. Ovviamente non serve dire di non bere l’acqua corrente ma sempre quella in bottiglia!
Tajin Anche le posate sono bellissime
- DESERTO
In Marocco ho visto per la prima volta il deserto. Che dire… è un’esperienza da vivere almeno una volta nella vita: vedere il tramonto e l’alba, scalare le dune, dormire nella quiete del deserto è davvero magico. Certo, con la mia solita fortuna durante la notte un animale, penso (spero) un gatto è strisciato sotto la tenda ed è saltato sul letto, svegliandomi con uno spavento, e ora ripensandoci rido ma in quel momento mi sono spaventata tantissimo!
Deserto all’alba I mezzi di locomozione nel deserto
- COLORI
Dai colori delle spezie nel souk al deserto con le luci crepuscolari, ai fiori che fiorivano anche a dicembre alle decorazioni geometriche degli edifici: tutto in Marocco è colorato.
Cosa non mi è piaciuto: il Marocco non è una destinazione facile. Se ci si mostra confusi o incerti sulla strada da scegliere, state sicuri che si è assaliti da persone che vogliono aiutare, in cambio di denaro ovviamente, e possono diventare fastidiosamente assillanti. A Marrakech ho subito due tentati scippi (non è successo niente: ho sentito una mano nella tasca della giacca e nel souk un motorino ha cercato di strapparmi la borsa). Io sono sempre super attenta quando vado in giro e non lascio nulla in mostra, ma queste invadenze non sono certamente piacevoli. Per strada spesso si viene “abbordati” da persone che vogliono portarti nel negozio del cugino e ti senti quasi in obbligo di comprare qualcosa… insomma, bisogna sempre stare all’erta e diffidare (purtroppo) dei gesti gentili: c’è sempre una seconda motivazione. E attenzione quando ci si lamenta in pubblico… quasi tutti sanno l’italiano!!
Questo, in realtà, l’ho notato solo nei posti più turistici, come il souk. In un mercato locale, di quartiere, in realtà la situazione era molto più tranquilla (qui infatti ho comprato i miei souvenir).
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